giovedì 20 dicembre 2007

Dietro le quinte - Nomi a portata di mano

C’è una cosa che chiunque cominci a fare fumetti si sente dire da chi li fa già da tempo: dài un nome ai tuoi personaggi, un passato e un carattere, dato che le storie sono innanzitutto storie di personaggi e maggior credibilità e capacità di suscitare curiosità avranno i tuoi personaggi, maggiore sarà la possibilità di tenere incollato il lettore alla tua storia.

E’ una regola che vale anche nel cinema e per chi scrive libri e che ognuno, poi, cerca di declinare secondo le proprie esigenze e istanze espressive.

Personalmente, nella mia brevissima esperienza, sono quasi sempre stato portato ad aspettare il momento in cui battezzare i miei personaggi e trovargli un nome (e magari pure un cognome), preferendo usare sulle prime battute dei nomi di comodo, anche molto convenzionali, e concentrarmi così più su ciò che fossero e su cosa facessero/dovessero fare.
Proprio per questo motivo, dopo, mi è venuto più facile trovargli un nome che me li facesse riconoscere più facilmente, ma senza con questo arrivare all’ultimo limite di giustificare il nome sulla base del ruolo del personaggio stesso.
I nomi che ho scelto in partenza per i protagonisti di Once Were Criminals derivavano dalle mie abitudini di sempre e mi ero affidato come di consueto a delle soluzioni molto semplici e di immediata riconoscibilità. Tanto poi si cambiano, pensavo.
John, Frank, Patrick, Neil, Montez, Maria e Sal (Vincent è arrivato solo molto più tardi e di concerto con Gianfranco) sono nomi facili, nomi che avrete incontrato innumerevoli volte tra fumetti, film, libri e serie televisive e che erano talmente a portata di mano da apparire imperdibili.
Non nego che la pigrizia abbia avuto il suo peso, ma soprattutto perché sentivo molto più importante concentrarmi sul cosa volessi raccontare e sul come, piuttosto che sulla questione dei nomi.

Quando poi con Gianfranco cominciammo a discutere tutte le questioni legate al progetto, a entrambi continuava ad apparire secondario spaccarsi troppo la testa, in quel frangente, su delle questioni che avremmo potuto tranquillamente affrontare in un secondo momento.
Il problema, però, è che più passava il tempo, più procedevamo nel cercare di conoscere meglio possibile quei personaggi di cui avevamo cominciato a narrare le vicende e più quei nomi nati come provvisori si trasformavano in necessari.
Se pensavamo a uno dei personaggi, pensavamo a lui con quel nome e quel nome gli si era cucito addosso impossessandosene e qualsiasi alternativa ci appariva fredda, distante e non attinente.
Un bel paradosso, considerando l’estrema diffusione e rintracciabilità transmediale di nomi tanto immediati, ma tant’è. Anche per questo, ogni volta che abbiamo avuto modo di approfondire ulteriormente insieme a John, Frank e gli altri la loro storia, ci siamo ben guardati dal chiedergli i cognomi (tutti tranne uno, in verità).

[emo]


lunedì 17 dicembre 2007

Flashback - al diner



-
Dovresti metterci uno spioncino su quella porta…

- Perché devi fare il cazzone ogni volta, Vince? Ti brucia il culo perché non sei stato invitato?

- Al club del cucito? Ma manco per sogno, ho i miei affari e mi bastano quelli.

- Ecco, bravo. Allora pensa ai tuoi affari e non rompere!

- Sal, se t’arrabbi ancora un po’ ti verrà un colpo, ma di quelli seri…

- Stai attento che il colpo non venga a te. Ma quand’è che ti darai una raddrizzata? Tu finirai male…

- Grazie per la tua premura, ma so badare a me stesso, non ho bisogno di una tata.

- Sei proprio un fulmine, eh? Ok, Vince, fai come ti pare, io non dico più un cazzo.

- Sarebbe meglio. E sarebbe anche meglio che servissi un caffè più decente di questa sbobba.

- Vai a farti fottere, Vince.

- Oh, questo è sicuro. Stanotte stessa. Belle tette, bel culo e bocca calda. Niente di meglio.


lunedì 10 dicembre 2007

i protagonisti - Sal


Junior gioca a fare il cowboy e Sal pensa che si stia mettendo freddo.
Resta solo da dare l’ultima passata di ramazza, chiudere i conti e poi si potrà godere un pomeriggio di riposo. Quasi s’immagina le facce dei clienti che leggeranno il cartello.

Chiuso per oggi.

Junior fa finta di sparare mentre Sal tira le ultime boccate di sigaretta e allontana l’idea di fargli ora un discorso che non avrebbe senso e che Junior non capirebbe.
Magari fra qualche tempo. O qualche anno.

i protagonisti - Vincent


Vincent ha il respiro affannato che gli strozza la gola, maledice le sigarette e si stranisce per un pensiero tanto stupido ora che ha un problema ben più grave da risolvere.

L’immagine del cadavere nel vicolo gli picchia in testa al ritmo delle luci strobo del locale, voleva solo far capire a quello stronzo che con lui non si scherza, la pistola ha cominciato a sparare prima che il cervello si fermasse a riflettere.

Riprende a correre per scacciare la confusione, che continua a inseguirlo, gli irrigidisce le gambe e gli divora lo stomaco al ritmo del tamburo sfrenato che è diventato il suo cuore.
Come prenderà Frank la sua ennesima cazzata?

giovedì 29 novembre 2007

Flashback - casa di Montez



-
Come mai sei già a casa?
- Le ultime arrivate sono le prime a esser mandate via quando le cose vanno male, ma domani cercherò qualcos’altro.

- Maria, possiamo tirare avanti con quello che prendo giù da Sal…
- No, Fredo. Non sono venuta qua a New York per tirare avanti. Non voglio limousine o gioielli, ma non voglio tirare avanti e tu stai già facendo troppo per me ospitandomi qua. Voglio fare la mia parte.
- Per me non è un problema, sei parte della mia famiglia. Sei la mia famiglia.
- Fredo, io voglio lavorare. Pensi che Sal abbia bisogno di una cameriera?
- Potrei chiedere, è un momento in cui le cose gli girano bene, anche se…
- Anche se?
- Anche se forse potrei chiedergli se conosce qualcuno che possa aiutarci…
- Non vuoi che lavori dove lavori tu?
- No, Maria, non è che non voglio…
- Fredo, qual è il problema?
- Nessun problema, hai ragione. Domani glielo chiederò.

mercoledì 28 novembre 2007

i protagonisti - Montez


Non ricorda nemmeno più quanti tentativi ha fatto. Alberghi, ristoranti, autolavaggi, cantieri.
No spick.
No spick.
Sulle prime gli bastava prendere il no, ma man mano che collezionava espressioni sprezzanti Fredo ha capito che quell’altra parola non era niente di buono.
Solo più tardi si chiederà se realmente un messicano può sembrare un portoricano.

Ha la testa dura e voglia di lavorare, il Messico sembra lontano ormai una vita e non vuole tornarci e certo non potrebbe farlo con i tre dollari e qualche centesimo che gli rimangono ancora in tasca.
Decide di investirli in un pasto caldo e l’insegna del Sal’s Diner gli pare più invitante del chioschetto degli hot-dog, soprattutto ora che ha cominciato a piovere.

venerdì 23 novembre 2007

i protagonisti - Maria


Scesa dal treno, Maria attraversa tutto il vastissimo androne della Grand Central Terminal, cercando di resistere alle spallate del torrenziale via vai di persone.
E’ tutto molto diverso da Ciudad Juarez ed è tutto molto diverso da come se l’aspettava.
Altri colori, altri odori, altri rumori. Cerca di non farsi trasportare dalla corrente e si affanna a cercare il punto di ritrovo. La sala d’attesa brulica di persone che somigliano ben poco ai gringos che pensava di trovare appena arrivata a New York, le sembra che tutti scappino senza sapere dove andare. O forse è solo lei che si sente così, ma non ha il tempo di trovare una risposta che in lontananza vede arrivare Fredo.
Lo ricordava più grasso, ma i baffi gli donano.


giovedì 15 novembre 2007

Dietro le quinte - Fisiognomica


Si dice che la storia di ogni persona sia impressa sul proprio volto. Ogni faccia racconta una storia diversa.
Non è così strano quindi iniziare a raccontare la nostra proprio partendo da questo punto.
La prima volta che Emo mi presentò questi personaggi fui subito affascinato dalle potenzialità ancora racchiuse tra le righe di un documento word. Sebbene fossero già definiti gli snodi narrativi principali, quella che avevo fra le mani non era ancora una storia, ma una mappa.
Ovviamente al primo tentativo mi persi.
Cercavo la X del tesoro convinto che questi fosse il protagonista, il 'nostro eroe'. Un eroe sui generis, ma pur sempre la ragione principale di tutto.
Quelli qui a sinistra sono i primissimi sketch di questo eroe.
Non lo troverete tra le pagine del fumetto.
E il mio errore fu grossolano considerando che genere, tematiche e ispirazioni spingevano nella direzione opposta, ossia quella della coralità. Stavamo parlando di persone in fondo.
Erano di carta e inchiostro d'accordo, ma quelle rughe sulla fronte erano i pensieri, forse le preoccupazioni, per qualcuno; quelle agli angoli e sotto la bocca erano il risultato di sorrisi rivolti o negati; le rughe ai lati degli occhi erano il risultato di rabbia, dolore, ansia, gioia. Tutte emozioni che hanno sempre dei destinatari. Era lì che dovevo cercare.
E allora ripartimmo muovendoci sul filo dei rapporti che legavano i protagonisti della nostra storia. Un filo che andava a tessere una trama che si sovrapponeva alla mappa di cui sopra. La X del tesoro iniziava a farsi più chiara.
Quelli qui sotto sono gli sketch iniziali dei due personaggi protagonisti delle prime schede di questo blog. Come si puo' notare sono ancora distanti dal cast che trovate nella colonnina a fianco, ma ci stavamo avvicinando. Alcuni tratti si sono modificati, altri si sono trasferiti sul volto di altri personaggi, altri sono semplicemente spariti.




Continuammo a muoverci per onde concentriche allargando sempre di più la scena fino a quando non siamo riusciti a coprire tutta la mappa iniziale. L'immagine qui sotto, pur nel suo entusiasmo naif, segna il punto in cui abbiamo iniziato a fare sul serio.


Le donne ovviamente meritano un discorso a parte, quindi per adesso è tutto.

Gianfranco

lunedì 12 novembre 2007

Flashback - Fuori dalla chiesa



- Stavi aspettando da molto?
- No… sono appena arrivato.
- Allora sei in ritardo. Non deve più capitare in giornate come questa.
- Ma…
- Niente ma. Tu impara in fretta come funziona e non avrai problemi. Creane e saranno cazzi.
- …
- John e Frank sono già lì?
- Penso di sì.
- John e Frank sono già lì, fidati. E svegliati.
- Ok…
- Neil, dovresti rilassarti e star sereno. Fa' come faccio io, trovati un hobby per i momenti prima di questo oppure va' in chiesa a pregare. Libera la mente, dico sul serio.
- Non vado in chiesa da anni… e non pensavo che tu, insomma…
- Che c’è di strano? Tutti dobbiamo credere in qualcosa, altrimenti non ha senso.

mercoledì 7 novembre 2007

i protagonisti - Neil


'Buon appetito' dice Sara mentre va via e Neil sorride anche perché il profumo che accarezza il suo olfatto è inconfondibile. Sa di casa.
Dapprima assaggia lo stufato, gustandolo lento e ingoiando con gli occhi chiusi e le labbra ancora sospese sul saluto a Sara, ma il resto del pasto è rapido, sempre più rapido, per farsi nervoso sul finire, senza che Neil assapori più i bocconi.

La sua mente è già tornata alla contabilità da registrare, agli incassi sempre più avvilenti e a come rimettere in piedi il suo negozio di ferramenta, pur sapendo che – nonostante gli anni che si porta addosso – è destinato a sopravvivergli.
Sperava in una vecchiaia diversa, sperava di essersi lasciato alle spalle tentazioni e istinto, ma per certe cose non esistono viti o lucchetti abbastanza sicuri.

i protagonisti - Patrick


E’ solo al secondo cazzotto che Patrick sente il dolore sulle nocche e alla spalla.
Il primo ha raggiunto il volto dell’uomo a terra e per sferrargliene un altro ha dovuto piegarsi in avanti senza riuscire a controllare tutto lo slancio.

Forse sarebbe stato meglio lasciare sbrigare la faccenda a Dave e Michael, ma l’uomo a terra è fuori di diverse migliaia di dollari e si è giocato anche l’ultima scadenza sull’ultima dilazione.
E’ una di quelle situazioni che Patrick ama risolvere da solo, con la consueta risolutezza. Chiaro. Diretto. Semplice.
Mi devi quei soldi – pensa – e me li devi da giorni. Perché non li hai?

Lo lascia disteso in fondo al vicolo e va via con l’interrogativo irrisolto, mentre si pulisce le nocche dal sangue, distratto dal riflesso sul crocifisso che porta al collo.

martedì 30 ottobre 2007

Flashback - Retrobottega




- Dalla faccia t’è entrato un altro buon punto.
- Se vuoi vederlo puoi fare solo una cosa, non certo chiacchierare…
- Non ho ancora capito se sei un bravo giocatore o solo uno sbruffone con un gran culo!
- Sono tante le cose che non hai ancora capito, a cominciare da come giocare questa mano. Non hai molte alternative, lo sai. O passi e vinco il piatto o paghi per vedere.
- Potrei anche vedere e rilanciare e saresti tu a dover decidere che fare.
- Te l’ho detto, tu chiacchieri troppo. Fai la tua mossa, poi io faccio la mia.
- Sei uno sbruffone, John, lo sai?
- Frank, vorrei finire questa mano prima dei cinquant’anni…
- E stupido io che ci casco. Vedo i tuoi venti.
- Full di re.
- Fottiti.
- Qualcosa mi dice che ho vinto… Tu che avevi?
- Manco ti rispondo. Prendi un altro paio di birre e pagale, sbruffone!

lunedì 29 ottobre 2007

i protagonisti - Frank


Frank seguiva lo scorrere della lama del rasoio con la coda dell’occhio. Si fidava della mano ferma di Antonio, ma non gli piacevano le sorprese, mai piaciute.

Quando fissava il proprio volto riflesso sul grande specchio davanti a lui, concentrava lo sguardo sulla parte di pelle che la lama restituiva alla luce portandosi via i peli cresciuti e la schiuma da barba. Lo coglieva sempre un certo grado di stupore nello scorgere rughe che magari la mattina precedente non aveva notato.
D’altronde, l’unico momento della giornata in cui Frank accettava l’idea di guardarsi allo specchio era quello in cui si recava al negozio di Antonio per la quotidiana rasatura.

La sorpresa delle rughe era diventata così un’altra abitudine, come quella di salutare silenziosamente Antonio una volta finita la rasatura e quella di rindossare il giaccone di pelle solo appena varcata la soglia.

sabato 27 ottobre 2007

i protagonisti - John



Quando si accorse dell’ora, John fu indeciso se continuare o meno ciò che aveva cominciato.
Era in ritardo di almeno venti minuti e rischiava di compromettere tutto, dato che non avrebbe avuto alcuna via di fuga né la possibilità di recuperare il tempo che aveva perduto.
Pensò questo proprio mentre continuava a fissare l’orologio e la lancetta dei minuti scattava verso le 04.22.
Si guardò attorno, quasi a cercare l’appoggio di qualcuno che non poteva esserci e capì in quell’istante che a nulla sarebbe servito proseguire in quell’operazione da solo.

Forse l’aveva sempre saputo fin dall’inizio, ma così come trent’anni prima, di certo non avrebbe smesso ora di considerarsi sconfitto solo dopo aver tentato fino in fondo di fare qualcosa.


venerdì 26 ottobre 2007

- Intro




Chi segue abitualmente o anche solo saltuariamente i nostri rispettivi blog ha di certo sentito parlare più volte di OWC (chi invece non ci conosce, può farsi un'idea di chi siamo cliccando qui e qua).

Dietro l'acronimo OWC si nasconde il titolo della lunga storia alla quale abbiamo cominciato a lavorare a ritmi blandi già un anno e mezzo fa, per poi aumentare il passo nei mesi successivi.
Ora che il lavoro di pre-produzione è stato completato e ci troviamo a buon punto della produzione vera e propria, abbiamo pensato di aprire un blog apposito per OWC, così da avere una sponda dedicata sul web sulla quale poter inserire tutti quei materiali che non potrebbero trovare spazio sul volume e che – al contempo – possano stuzzicare la vostra curiosità.

Come già per altri fumetti, anche il blog di OWC conterrà work in progress, studi, bozzetti, tavole in anteprima, ma anche del materiale studiato appositamente per queste pagine, a cominciare dalle schede dei personaggi principali.
Potrete leggerle una alla volta a partire da oggi e via via nei prossimi giorni.
Speriamo vi interessino almeno quanto ci siamo divertiti noi a realizzarle in maniera un po’ diversa dal solito.
I protagonisti principali di tutta la vicenda sono ritratti nell'immagine che illustra quest'intro e nelle foto-tessera che vedete incolonnate alla vostra destra.

Sempre nella colonna alla vostra destra avrete già scorto un mini juke-box: i pezzi che sono stati scelti riescono a fotografare alla perfezione buona parte delle atmosfere che ci piacerebbe rievocare in OWC.

In chiusura di questo breve post introduttivo diamo la prima anticipazione vera e propria sul volume, svelando quale titolo sia celato dietro l’acronimo OWC: Once Were Criminals (ma i più acuti l'avranno intuito leggendo l'header del blog).

Speriamo di avervi sempre più numerosi e partecipi lungo questi binari che ci porteranno fino all'uscita del fumetto.

Emiliano e Gianfranco