giovedì 29 novembre 2007

Flashback - casa di Montez



-
Come mai sei già a casa?
- Le ultime arrivate sono le prime a esser mandate via quando le cose vanno male, ma domani cercherò qualcos’altro.

- Maria, possiamo tirare avanti con quello che prendo giù da Sal…
- No, Fredo. Non sono venuta qua a New York per tirare avanti. Non voglio limousine o gioielli, ma non voglio tirare avanti e tu stai già facendo troppo per me ospitandomi qua. Voglio fare la mia parte.
- Per me non è un problema, sei parte della mia famiglia. Sei la mia famiglia.
- Fredo, io voglio lavorare. Pensi che Sal abbia bisogno di una cameriera?
- Potrei chiedere, è un momento in cui le cose gli girano bene, anche se…
- Anche se?
- Anche se forse potrei chiedergli se conosce qualcuno che possa aiutarci…
- Non vuoi che lavori dove lavori tu?
- No, Maria, non è che non voglio…
- Fredo, qual è il problema?
- Nessun problema, hai ragione. Domani glielo chiederò.

mercoledì 28 novembre 2007

i protagonisti - Montez


Non ricorda nemmeno più quanti tentativi ha fatto. Alberghi, ristoranti, autolavaggi, cantieri.
No spick.
No spick.
Sulle prime gli bastava prendere il no, ma man mano che collezionava espressioni sprezzanti Fredo ha capito che quell’altra parola non era niente di buono.
Solo più tardi si chiederà se realmente un messicano può sembrare un portoricano.

Ha la testa dura e voglia di lavorare, il Messico sembra lontano ormai una vita e non vuole tornarci e certo non potrebbe farlo con i tre dollari e qualche centesimo che gli rimangono ancora in tasca.
Decide di investirli in un pasto caldo e l’insegna del Sal’s Diner gli pare più invitante del chioschetto degli hot-dog, soprattutto ora che ha cominciato a piovere.

venerdì 23 novembre 2007

i protagonisti - Maria


Scesa dal treno, Maria attraversa tutto il vastissimo androne della Grand Central Terminal, cercando di resistere alle spallate del torrenziale via vai di persone.
E’ tutto molto diverso da Ciudad Juarez ed è tutto molto diverso da come se l’aspettava.
Altri colori, altri odori, altri rumori. Cerca di non farsi trasportare dalla corrente e si affanna a cercare il punto di ritrovo. La sala d’attesa brulica di persone che somigliano ben poco ai gringos che pensava di trovare appena arrivata a New York, le sembra che tutti scappino senza sapere dove andare. O forse è solo lei che si sente così, ma non ha il tempo di trovare una risposta che in lontananza vede arrivare Fredo.
Lo ricordava più grasso, ma i baffi gli donano.


giovedì 15 novembre 2007

Dietro le quinte - Fisiognomica


Si dice che la storia di ogni persona sia impressa sul proprio volto. Ogni faccia racconta una storia diversa.
Non è così strano quindi iniziare a raccontare la nostra proprio partendo da questo punto.
La prima volta che Emo mi presentò questi personaggi fui subito affascinato dalle potenzialità ancora racchiuse tra le righe di un documento word. Sebbene fossero già definiti gli snodi narrativi principali, quella che avevo fra le mani non era ancora una storia, ma una mappa.
Ovviamente al primo tentativo mi persi.
Cercavo la X del tesoro convinto che questi fosse il protagonista, il 'nostro eroe'. Un eroe sui generis, ma pur sempre la ragione principale di tutto.
Quelli qui a sinistra sono i primissimi sketch di questo eroe.
Non lo troverete tra le pagine del fumetto.
E il mio errore fu grossolano considerando che genere, tematiche e ispirazioni spingevano nella direzione opposta, ossia quella della coralità. Stavamo parlando di persone in fondo.
Erano di carta e inchiostro d'accordo, ma quelle rughe sulla fronte erano i pensieri, forse le preoccupazioni, per qualcuno; quelle agli angoli e sotto la bocca erano il risultato di sorrisi rivolti o negati; le rughe ai lati degli occhi erano il risultato di rabbia, dolore, ansia, gioia. Tutte emozioni che hanno sempre dei destinatari. Era lì che dovevo cercare.
E allora ripartimmo muovendoci sul filo dei rapporti che legavano i protagonisti della nostra storia. Un filo che andava a tessere una trama che si sovrapponeva alla mappa di cui sopra. La X del tesoro iniziava a farsi più chiara.
Quelli qui sotto sono gli sketch iniziali dei due personaggi protagonisti delle prime schede di questo blog. Come si puo' notare sono ancora distanti dal cast che trovate nella colonnina a fianco, ma ci stavamo avvicinando. Alcuni tratti si sono modificati, altri si sono trasferiti sul volto di altri personaggi, altri sono semplicemente spariti.




Continuammo a muoverci per onde concentriche allargando sempre di più la scena fino a quando non siamo riusciti a coprire tutta la mappa iniziale. L'immagine qui sotto, pur nel suo entusiasmo naif, segna il punto in cui abbiamo iniziato a fare sul serio.


Le donne ovviamente meritano un discorso a parte, quindi per adesso è tutto.

Gianfranco

lunedì 12 novembre 2007

Flashback - Fuori dalla chiesa



- Stavi aspettando da molto?
- No… sono appena arrivato.
- Allora sei in ritardo. Non deve più capitare in giornate come questa.
- Ma…
- Niente ma. Tu impara in fretta come funziona e non avrai problemi. Creane e saranno cazzi.
- …
- John e Frank sono già lì?
- Penso di sì.
- John e Frank sono già lì, fidati. E svegliati.
- Ok…
- Neil, dovresti rilassarti e star sereno. Fa' come faccio io, trovati un hobby per i momenti prima di questo oppure va' in chiesa a pregare. Libera la mente, dico sul serio.
- Non vado in chiesa da anni… e non pensavo che tu, insomma…
- Che c’è di strano? Tutti dobbiamo credere in qualcosa, altrimenti non ha senso.

mercoledì 7 novembre 2007

i protagonisti - Neil


'Buon appetito' dice Sara mentre va via e Neil sorride anche perché il profumo che accarezza il suo olfatto è inconfondibile. Sa di casa.
Dapprima assaggia lo stufato, gustandolo lento e ingoiando con gli occhi chiusi e le labbra ancora sospese sul saluto a Sara, ma il resto del pasto è rapido, sempre più rapido, per farsi nervoso sul finire, senza che Neil assapori più i bocconi.

La sua mente è già tornata alla contabilità da registrare, agli incassi sempre più avvilenti e a come rimettere in piedi il suo negozio di ferramenta, pur sapendo che – nonostante gli anni che si porta addosso – è destinato a sopravvivergli.
Sperava in una vecchiaia diversa, sperava di essersi lasciato alle spalle tentazioni e istinto, ma per certe cose non esistono viti o lucchetti abbastanza sicuri.

i protagonisti - Patrick


E’ solo al secondo cazzotto che Patrick sente il dolore sulle nocche e alla spalla.
Il primo ha raggiunto il volto dell’uomo a terra e per sferrargliene un altro ha dovuto piegarsi in avanti senza riuscire a controllare tutto lo slancio.

Forse sarebbe stato meglio lasciare sbrigare la faccenda a Dave e Michael, ma l’uomo a terra è fuori di diverse migliaia di dollari e si è giocato anche l’ultima scadenza sull’ultima dilazione.
E’ una di quelle situazioni che Patrick ama risolvere da solo, con la consueta risolutezza. Chiaro. Diretto. Semplice.
Mi devi quei soldi – pensa – e me li devi da giorni. Perché non li hai?

Lo lascia disteso in fondo al vicolo e va via con l’interrogativo irrisolto, mentre si pulisce le nocche dal sangue, distratto dal riflesso sul crocifisso che porta al collo.